Limitizero, la prima fase del progetto secondo Samuel

Qui di seguito la testimonianza di Samuel, uno dei ragazzi che ha preso parte alla prima fase del progetto Limitizero. Il racconto del fine settimana del 14-16 luglio 2016…UN WEEKEND DA… #LIMITIZERO.

Il weekend scorso io e altri sette ragazzi abbiamo alloggiato in un albergo a Morimondo, Milano, per fare un’attività organizzata da OMAR con la collaborazione di alcuni insegnanti dello IED. Con loro abbiamo lavorato per la realizzazione di uno spot pubblicitario che riguarda il nostro punto di vista sulla vita “LIMITIZERO”, anche grazie ad esperienze personali.
La pianificazione dello spot è stata fatta proprio come se fosse una pubblicità di una azienda importante, seguendo tutti i passaggi, ovviamente in modo più rapido, dopo che uno degli insegnanti dello IED ci ha spiegato quali sono tutti i punti che uno spot che si rispetti deve contenere ( ad es. l’obiettivo che si ha, dove si vuole colpire il pubblico, a che pubblico ti rivolgi, ecc. ecc. ). Infatti la prima cosa che abbiamo fatto tutti insieme dopo esserci intervistati a vicenda è stata realizzare una mappa concettuale con delle parole chiave che fossero un punto di partenza da cui partire per la realizzazione del “canvas”, che è un foglio in cui mettere su carta le idee per il tuo spot, il punto di partenza da cui organizzarlo in modo ordinato, insomma. Dopo il “canvas” lo spot finito viene trascritto sul “brief”, che è un documento nel quale ci sono scritti tutti i passaggi di cui sopra. Per finire ognuno di noi ha presentato il suo “brief” e di conseguenza la sua idea di spot agli insegnanti dello IED, esattamente come si fa con le aziende importanti.
Questo è stato il weekend dal punto di vista dell’attività, per quanto riguarda quello del tempo libero, invece, devo dire che mi sono divertito tantissimo, con almeno 7/8 risate «paralizzanti». Io e il mio compagno di stanza eravamo in una camera da 6 in 2, e anche nella depandance, quindi ogni sera/pomeriggio e qualsiasi momento di vuoto era il punto di ritrovo di tutti. Alla sera, dopo il giro serale per il paese, che in quei giorni ospitava anche la festa della birra, andavamo in camera nostra dove parlavamo e giocavamo a carte fino a tardi, Stefania permettendo. (Stefania Collet, la coordinatrice del progetto. ndr) In ogni caso, dopo che i nostri compagni se ne andavano, io e il mio compagno di stanza stavamo svegli ancora con briscolina serale, lettura serale (ognuno il suo) e poi chiacchierata serale dove ci confrontavamo, ci confidavamo, ci davamo consigli a vicenda, insomma ci conoscevamo meglio. E proprio questo è stato uno dei punti principali di questo weekend, il conoscersi. Infatti essendo noi ragazzi da Padova, Lecce, Bari, Messina e Bolzano, e le nostri accompagnatrici da Roma è stato bello scambiare opinioni con gente che ha modi di fare diversi. Infatti durante la prima cena abbiamo abbattuto la timidezza, e a partire dal pranzo successivo eravamo già un bellissimo gruppo, senza timori di parlare di qualsiasi argomento. Personalmente devo dire che molto interessante è stato potersi confrontare sui modi diversi di trattare la malattia, sia dal punto di vista delle infusioni che del modo di viverla, e il momento di maggior confronto su questo è stata una intervista con solo noi Emofilici, nella quale ci sono stati molti momenti di dibattito.
Per finire devo dire questa meravigliosa attività, che non tutti fanno, e tutto questo divertimento non sarebbe stato possibile senza Stefania, e prima dei miei compagni, è a lei che va il mio grandissimo GRAZIE.